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Il campione paralimpico Ciulli, da Tokyo 2020 agli europei master di Roma: “Dentro l’acqua siamo tutti uguali”

Bronzo ai mondiali di Londra 2019, due bronzi agli europei di Funchal del 2016, 40 titoli italiani, un argento alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Sono alcuni tra i risultati più importanti del campione paralimpico di nuoto Simone Ciulli, con una passione smisurata per l’acqua fin da bambino che lo porterà a gareggiare a Roma per gli europei masters.
Per favorire uno sviluppo corretto della gamba destra e del braccio destro, bloccati da una paralisi cerebrale alla nascita, il nuotatore fiorentino comincia a nuotare sin da piccolo, spiccando per acquaticità e arrivando a disputare le finali regionali e i campionati nazionali.
All’età di 26 anni gli viene proposto di partecipare ad alcune gare nel circuito del nuoto paralimpico e ottiene subito successi che lo portano, 10 anni dopo, a vincere l’argento alle Paralimpiadi di Tokyo con la staffetta 4×100 stile libero.
Oggi Simone ha 36 anni, è sposato con Isabella con cui vive a Firenze e da cui aspetta un bambino, è laureato in giurisprudenza e svolge la professione di avvocato che concilia con 12 sedute settimanali d’allenamento in acqua e in palestra. Allenatore della Klab Nuoto Masters di Firenze, in passato ha seguito alcuni atleti normodotati come la marocchina Noura Mana; agli europei di Roma Ciuli si presenterà ai blocchi di partenza nei 200 farfalla e nei 50 stile libero in programma il 2 settembre.

Hai seguito le gare degli europei?
Assolutamente sì! Ho fatto anche il fantaeuropeo. Sono andato malissimo. Avevo messo Lorenzo (Zazzeri) come capitano, poi avevo Ilaria Bianchi, Lisa Angiolini, Thomas Ceccon. Ho schierato solo nuotatori e ho raggiunto circa 1500 punti, ma ho visto persone con 3000 – 3500 punti.

Cosa ti ha spinto ad iscriverti agli europei masters di Roma?
“Sono l’allenatore della squadra masters, mi sono detto: vado e gareggio anch’io. Con la Nazionale paralimpica abbiamo disputato il mondiale a giugno; il prossimo è ad agosto 2023. Non ci sono gare in vasca corta o internazionali, quindi è importante concentrarsi sugli allenamenti e sulle gare. Mi sono iscritto ai 50 stile libero, che è la mia gara, e ai 200 farfalla che tra l’altro non è neanche una gara paralimpica, però mi piace mettermi alla prova. Ho anche vinto un bronzo agli ultimi italiani masters”.

Sei andato a curiosare le start list?
“Sì, dovrei essere sesto nei 200, ma stiamo tutti lì”.

Sarà una gara integrata. Secondo te, è questa la direzione che lo sport deve prendere?
“C’era uno slogan “il nuoto è uno solo” quando sono entrato nel circuito paralimpico e secondo me così dovrebbe essere come succede in tanti altri paesi. Secondo me, potrebbe esserci un’integrazione completa”.

Hai debuttato con la tua prima gara paralimpica 10 anni proprio a Pietralata, sede di gara degli europei masters di Roma, dove hai fissato anche il record italiano nei 50 e 100 stile libero.
“Preferisco lo Stadio del Nuoto tutta la vita – dice sorridendo – Voglio bene a Pietralata, mi ricordo quella gara, con Cristina Chiuso che faceva da telecronista. Fu molto bello, ma non a caso si dice che lo Stadio del Nuoto è la piscina più bella del mondo”.

Cosa pensi degli europei masters?
“Si sono iscritti tanti atleti, è sicuramente un bel segnale. Penso che la cosa più importante sia che lo sport venga praticato ad età e con difficoltà diverse, anche da parte degli atleti paralimpici. Ci sono atleti che svolgono attività motoria tutti i giorni ed è straordinario. Sono più di 10 anni che faccio l’allenatore anche di atleti masters e senza dubbio c’è un grande beneficio a livello mentale e fisico. I masters hanno un aspetto non solo agonistico, ma anche sociale perché sposa valori che a me sono carissimi e che cerco di trasmettere in prima persona. Mi auguro che la politica possa guardare a questi europei per rendersi conto dei benefici sociali, oltre a vedere persone di 80, 90 anni disputare gare e a cui molti potrebbero ispirarsi. Il nuoto master non è un’attività qualsiasi, è un qualcosa di molto più importante che si riflette sulla vita quotidiana degli atleti, aiuta a stare meglio con se stessi, crea nuovi legami e permette l’inclusione sociale di qualsiasi estrazione sociale perché dentro l’acqua siamo tutti uguali”.

L’Italia nel nuoto ha raggiunto traguardi importanti a livello mondiale ed europeo, anche a Roma 2022. Secondo te, perché?
“I risultati sono il frutto di una squadra italiana di altissimo livello, lo dico da allenatore di secondo livello, tecnico regionale FIN e coordinatore della scuola nuoto. Ripaga il grandissimo lavoro svolto dalle scuole nuoto e delle società che, nonostante le difficoltà del momento, si sono rimboccate le maniche. La somma di questi fattori ha reso possibile gli incredibili risultati sia dell’Italia normodotata che dell’Italia paralimpica. Noi abbiamo vinto due mondiali, 2019 e 2021, i normodotati l’europeo e hanno disputato un fantastico mondiale di Budapest. Secondo me non è un caso, c’è stato un grande lavoro da parte di entrambe le federazioni”.

Ti alleni insieme a Lorenzo Zazzeri a Firenze, vi siete sentiti dopo gli ultimi successi?
“L’ho sentito tanto, mi sono allenato con lui fino alla partenza per Roma, insieme anche a Matteo Restivo e Filippo Megli. Sono dei campioni e gli ho fatto tanti complimenti”.

Quale mascotte preferisci tra Gastone e Lea?
“Lea anche se sono belli entrambi. Io adoro gli animali e abbiamo in casa un Akita di nome Penny e due gatti Shady e Iago”.

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