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Reichelt e Mannocci: il banchiere tedesco e il filosofo italiano

Hans Reichelt e Massimo Mannocci sono l’emblema di come il nuoto faccia bene al fisico, alla mente e soprattutto renda viva e migliore la vita. 

Ottantaseienne bavarese ed ex banchiere uno, settantaseienne romano di Fregene ed ex professore di filosofia l’altro. Entrambi sono cresciuti a pane e nuoto fin dall’infanzia; in questi dieci giorni si sfideranno, prima nelle acque libere e poi tra le corsie, ma sempre con il sorriso sulle labbra, un ottimismo da fare invidia e una voglia di ringhiare ancora contagiosa.

Reichelt parla un italiano perfetto, adora il Belpaese e ci viene da sempre in vacanza e non solo: “Ho iniziato a nuotare a cinque anni, nel piccolo lago di Jena, nel cuore della Turingia, e poi non ho mai smesso. Ho provato anche a praticarlo a livello agonistico, ma poi gli studi in Economia e il lavoro in banca, per un bel periodo, mi hanno costretto a diminuire con gli allenamenti, senza però mai abbandonare completamente il nuoto”. Intorno ad Hans, mentre parla, si avvicinano master più giovani per ascoltare una storia di passione che dura da ottantanni. “A quarantacinque anni ho scoperto il mondo dei master e ho ripreso una preparazione più seria. Due ore al giorno, sette giorni su sette: durante la settimana appena uscivo dalla banca, verso le cinque del pomeriggio, e nei weekend la mattina. Poi una volta in pensione non ho più avuto problemi d’orario: adesso alterno lago a piscina senza problemi. Gareggiare in Italia per me è bellissimo, non è la prima volta: in passato ho partecipato anche ai campionati estivi a Riccione. L’amore e la passione per questo sport aiuta a mantenere giovane e viva la testa, che poi comanda anche il fisico; più nuoto e più ho voglia di nuotare”.

Massimo Mannocci è un fiume in piena, da buon romano doc. Nato e vissuto a Trastevere, si è poi trasferito a Fregene, a pochi chilometri da Ostia: questo è il suo mare. “Ho iniziato a nuotare a quattro anni: mi sono buttato nelle acque del Lago di Albano ed è come se non ne fossi mai uscito. Da giovane ho nuotato per la Lazio Nuoto. Mi sono fermato appena iscritto a Filosofia all’università e successivamente durante i primi anni di insegnamento. Ho ripreso, anche io e sempre con immutata passione, grazie ai master. Insegnavo ed allenavo: sveglia alle 4.00, allenamenti alle 5.00-5.30 e alle 8.00 pronto per entrare in classe. Questa è stata la mia routine fino alla pensione. Adesso è tutto più regolare, ovviamente e meno frenetico: disputo una quarantina di gare all’anno e mi alleno sei giorni alla settimana, perché uno lo lascio per riposarmi e soprattutto per stare con mia moglie che mi ha sempre supportato e sopportato”. Il nuoto come elisir di vita per il professor Mannocci. “Ho 76 anni e mi sento la forza e l’energia di un ragazzino. Adesso si gareggia per divertirsi, più che per agonismo: certo nessuno ci tiene a fare brutta figura. Il segreto prima di una gara? Non sentire la pressione (non controllo mai l’ordine di partenza) e mangiare bene la sera precedente: io, in genere, mangio riso e verdure e in gara vado alla grande”.

Foto Andrea Staccioli / Deepbluemedia / Insidefoto L’uso delle fotografie è consentito solo ed unicamente a testate registrate per fini editoriali. Obbligatorio menzionare i credit.

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